giovedì 21 maggio 2015

In tribunale porta un gufo e dice che è il suo avvocato


La figura del gufo, almeno nelle favole, è certamente associata alla saggezza. Da qui ad eleggerne uno - perdipiù morto - quale proprio avvocato, però ce ne passa. E' proprio quanto ha fatto, davanti ad un giudice di Aspen, Colorado, il signor Charles Abbott. L'uomo, tralasciando il fatto che già difendersi da soli può rivelarsi una pessima idea, lo scorso martedì si è affidato al pennuto dopo che il suo ex coinquilino, Michael Stranahan, lo aveva accusato d'averlo aggredito ad una riunione della Anonima Alcolisti. Arrivato a deporre, Abbott ha estratto da una borsa un gufo impagliato e l'ha posto sul suo tavolo affermando che quello sarebbe stato il suo avvocato fino a quando la corte non gliene avrebbe assegnato uno d'ufficio. Rivolgendosi al giudice, l'accusato ha detto che il gufo può benissimo assumere le sue difese in quanto "è laureato in legge a Yale, Harvard e Stanford". Il giudice ha ignorato il gufo e la seduta si è conclusa com'era iniziata, cioè con il divieto - per Abbott - di avvicinarsi all'accusatore. Bizzarramente il divieto non vale per i luoghi sacri, e quindi Abbott potrà frequentare la stessa chiesa di Stranahan. Il gufo non ha commentato.


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